Eduardo Kobra - 5 religioni

Leggere “Anna” di Niccolò Ammaniti

In questi giorni ho scelto di leggere tra vari romanzi in attesa sulla mia libreria, Anna, di Niccolò Ammaniti.

È un libro del 2015, ma che non conoscevo ancora. Ammaniti ha uno stile che ho sempre gradito molto, e anche questo libro non mi ha delusa.

La scelta di questo romanzo, in questo periodo, è stata consapevole, perché parla di una pandemia (La Rossa) che ha mietuto vittime in Sicilia, come nel resto del mondo. La Rossa colpisce gli adulti (con una sintomatologia inquietantemente simile al COVID 19) e solo i bambini sono risparmiati e immuni (ovviamente solo fino alla pubertà).

Protagonista Anna, una ragazza che grazie alla sua determinazione riesce a compiere non solo una missione, cioè il filo centrale della storia, ovvero la ricerca del fratello perduto, ma molteplici.

L’imperativo è sopravvivere.

Come Anna riesca a portare avanti queste missioni in un mondo distopico, devastato dalla morte e dall’assenza di adulti, come riesca a non cedere allo sconforto e all’abbrutimento, è il quesito che pagina dopo pagina tiene incollato il lettore fino alla fine del libro.

Ciò che è narrato nel romanzo, risuona forte e potente rispetto a quanto abbiamo vissuto nel periodo del lockdown. Perdita dei punti di riferimento, progressiva privazione delle relazioni e paura per la nostra sopravvivenza.

Anna ha fatto una promessa alla madre: quest’ultima, morente, ha trovato la forza di redigere un quaderno che garantisse ai suoi figli di cavarsela. Questo testamento di sopravvivenza è la bussola che tiene in vita Anna, che anche se dice di non credere più a niente, sconfortata dal peso della responsabilità e della fatica, riesce ad attaccasi alla vita che continua a metterla alla prova con innumerevoli perdite.

Anna è una preadolescente, che nel corso della narrazione diventa donna. Arriva per lei il ciclo mestruale che nel mondo devastato dal virus non è più segno di vita e generatività, ma è il segno che passata l’infanzia, non si è più immuni: il tempo è finito.
Nella speranza di trovare un mondo nel quale esistano ancora gli adulti, un mondo nel quale possa essere protetta o trovare protezione per suo fratello, Anna riesce a trovare l’energia per attraversare lo stretto di Messina e approdare in Calabria.

In questo libro ritroviamo tante cose.

Quello che ho trovato io è una cassa di risonanza per tante emozioni forti alle quali non ero riuscita a dare un nome durante il periodo del lockdown. I primi capitoli sono stati veramente difficili ma catartici. È come se avessi recuperato un punto di vista terzo, nella mia posizione da lettrice, tra i pensieri e le sensazioni dei personaggi e la me stessa che ha vissutola quarantena. Era tutto scritto li.

Ho ritrovato la forza centripeta e centrifuga propria dell’adolescenza, quella carica che consente un’oscillazione a volte fluida, ma più spesso a scatti, tra sentimenti fortemente contrapposti.

Ho ritrovato il senso del crescere con un mondo interno solido e popolato da momenti caldi, avuti con figure di riferimento importanti, che rimangono vive ed operanti dentro di noi e costituiscono memoria.
I ricordi delle persone “Grandi”, ormai scomparse, sono caratterizzati anche da momenti bui e da fratture, che però, nel ricordo, riescono ad essere ricucite.

Anna ha un mandato dalla sua mamma, e questo la tiene in vita.
Ad un certo punto però, appena diventata donna avviene la trasformazione. Anche lei adesso è adulta e può riempire le pagine del “quaderno delle cose importanti”, per garantire la sopravvivenza di chi viene dopo di lei.
Ho trovato questo passaggio davvero emozionante. La transizione alla vita adulta, in un adolescente, è una transizione riuscita, solo se le istanze di morte, che sono presenti anche in maniera violenta, rimangono fantasticate e non collassate nel reale.

Non rivelo il finale del libro, ma dico ancora una volta quello che ha lasciato a me: la forza e la potenza, anche giunti all’età adulta, di ritrovare il se stesso bambino, quello che fa credere nella magia e fa volare in alto anche con pochi mezzi.

ph: ©Eduardo Kobra/Twitter

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